

L’8 agosto 2015 il Giudice di sorveglianza, sulla base di una breve relazione del servizio sanitario del carcere, respinge l’istanza di arresti domiciliari. Premesso che auguro ai colleghi medici della Casa Circondariale di Benevento lo stesso rigore e intransigenza quando capiterà a loro una disavventura giudiziaria, preciso che la Costituzione Italiana, la Giurisprudenza della Cassazione, il Trattato di Lisbona (al quale l’Italia ha solennemente aderito), la Carta dei diritti umani impongono misure alternative alla detenzione in carcere. La Giornalista Annalisa Chirico in un bellissimo libro (Condannati preventivi – le manette facili di uno Stato fuorilegge) ha denunciato che la crisi del sistema giudiziario e carcerario italiano produce mediamente un centinaio di decessi annui (equamente suddivisi tra exitus per causa naturale e suicidi). Quest’anno nel carcere di regina Coeli in tre notti consecutive lo stesso agente di Pol Pen, ha tirato giù, tre impiccati. La detenzione per alcuni è una condanna a morte per l’eccessiva lunghezza dei processi (1.139 sentenze di condanna della Corte Europea di Strasburgo) e per la mancanza di equo processo (oltre 300 condanne allo Stato Italiano). In Italia dopo 15 anni un contadino, che per tantissimi anni ha lavorato onestamente all’estero, è arrestato a 92 anni.

Attualmente il detenuto è ricoverato in stato di arresto presso l'A.O. Rummo di Benevento per frattura del femore. La vita media stimata in questi casi è circa 6 mesi. A dicembre la prossima udienza del giudice di sorveglianza per una pena alternativa.