Queste sono le proposte, che saranno alla base del piano ciclabile urbano.
PREAMBOLO.
Condividiamo e facciamo nostra la preoccupazione del Sindaco di tutelare gli utenti deboli del traffico (i ciclisti lo sono e, naturalmente, anche di più i pedoni).
Chiediamo a tutte le forze politiche, nessuna esclusa, e a tutti i cittadini di Benevento di delineare e sostenere con noi e con l’ausilio degli Uffici Tecnici del Comune un progetto concreto, sia pur graduale, di viabilità sostenibile nella città di Benevento; progetto che non può non trovare nel ciclismo urbano uno dei fulcri fondamentali, progetto che favorisca in ogni modo possibile e sicuro l’uso della bici per raggiungere il posto di lavoro, la scuola, i negozi e per ogni quotidiana incombenza.
Chiediamo sostegno ai pedoni, ai quali è dovuto il massimo rispetto: a loro ci associamo nel chiedere un’intensificazione dei controlli per evitare il disturbo (e talvolta il pericolo) creato da discoli o, peggio, teppistelli in bicicletta che scorrazzano indisturbati nelle serate del fine settimana; nulla di più lontano dal ciclismo urbano.
BENEVENTO CICLABILE
La necessità di rendere ciclabili le città europee nasce dalla consapevolezza che l’uso della bicicletta favorisce la riduzione del traffico automobilistico, della produzione di polveri sottili e delle spese sanitarie a carico della collettività. Come dimostrato ampiamente in Danimarca, Olanda, Francia, Germania e Belgio, un uso massiccio della bicicletta contribuisce notevolmente al miglioramento delle condizioni di vita di tutti i cittadini, non solo di coloro che usano la bici, i quali godono anche di un miglioramento fisico e mentale, traendo benefici soprattutto alla circolazione e al cuore. Per ogni bici usata, infatti, c’è un’automobile in meno e, quindi, si libera spazio sia sulle strade cittadine che nei parcheggi pubblici. Ogni cittadino che usa la bici riduce di circa 7 kg la produzione annua di polvere sottili, ovvero di inquinamento. L’uso della bicicletta può portare alla riduzione del 60% delle spese sanitarie nazionali. Nelle città in cui vi è un maggior uso delle bici, il numero degli incidenti automobilistici è di gran lunga inferiore al numero degli incidenti che avvengono nelle città dove vi è uno scarso uso della bicicletta. Ogni km percorso in bici anziché in automobile è quindi un beneficio collettivo ed individuale. Per questo, in molte nazioni lo Stato versa un contributo al ciclista che decide di andare a lavorare in bici, che si aggira tra i 22 e i 25 centesimi a km. Ovunque si incentiva l’uso della bici, ed anche il Comune di Benevento ha recentemente presentato un progetto di bike-sharing, che segue gli altri progetti portati avanti negli anni scorsi, ovvero il bike-sharing della Provincia di Benevento, il progetto portato avanti con la Ducati Energia e il Ministero dell’ambiente che prevede l’uso della bici per i dipendenti comunali, il progetto delle bici elettriche per i vigili urbani, etc. Lo stesso programma di mandato dell’attuale Sindaco prevede del resto di far diventare la città di Benevento “interamente ciclabile”. Per questo motivo, vogliamo offrire un contributo alla realizzazione di questo notevole progetto.
RIAPERTURA DEL CORSO GARIBALDI ALLE BICI
Attualmente, nel tessuto urbano della città di Benevento, il Corso Garibaldi rappresenta l’unica arteria dove poter pedalare in tutta sicurezza, ovvero senza entrare in contatto con le automobili. Si trova inoltre in posizione centrale, per cui il suo attraversamento favorisce spostamenti più rapidi e più sicuri. Infine, è l’unico luogo dove la concentrazione di automobili è così bassa da rendere l’aria respirabile. L’alternativa al Corso Garibaldi, infatti, è rappresentata da Via del Pomerio e da Via del Sole, il cui traffico costituisce un pericolo per il ciclista, il quale non solo respirerà un’aria meno salubre ma sarà anche motivo di ritardo ed intralcio per gli automobilisti. Le piste ciclabili, infatti, vengono costruite in Europa non per favorire i ciclisti ma per favorire gli automobilisti i quali, non trovandosi così ciclisti sulla strada possono circolare ad una velocità più consona al proprio veicolo.
La pericolosità della circolazione promiscua a cui saranno costretti i ciclisti che non potranno passare lungo il Corso, limiterà l’uso delle bici, facendo aumentare il traffico a motore e quindi anche l’inquinamento.
Per questo motivo diventa utile alla circolazione automobilistica e più sicuro per i ciclisti consentire alle biciclette l’attraversamento del Corso Garibaldi, sempre nel massimo rispetto delle regole del Codice della Strada e della civiltà. Essendo il Corso Garibaldi un’area pedonale promiscua, sarà senza dubbio necessario porre delle limitazioni alla circolazione delle biciclette, in termini di limiti di velocità e/o limiti di percorrenza oraria (per esempio, limitando il divieto alle serate dei giorni festivi e pre-festivi), fermo restando che il comma 4 dell’articolo 182 del Codice della strada già disciplina la promiscuità tra ciclisti e pedoni sancendo l’obbligo da parte del ciclista di portare ma bici a mano ogni qualvolta sia richiesto dalla circolazione, in modo da evitare di essere di pericolo o di intralcio ai pedoni, i quali hanno sempre la precedenza. Pedoni e ciclisti, del resto, sono entrambi definiti “utenti deboli” dal Codice della Strada, ai quali occorre offrire la necessaria sicurezza stradale.
A questo si aggiunge la necessità di consentire l’attraversamento del Corso da parte delle bici per far sì che il centro storico di Benevento rimanga sull’itinerario ufficiale dell’EuroVelo 5, l’itinerario ciclabile europeo che parte da Londra e si conclude a Brindisi e che vede già la presenza di molti cicloturisti stranieri. L’itinerario ufficiale, denominato “Ciclovia Rome Francigena”, rappresenta uno dei principali attrattori turistici emergenti ed è destinato a veder aumentare il numero di turisti, ma ha la necessità di poter passare “legalmente” sulle strade che lo compongono. Lo stesso itinerario della Via Francigena rientra in un progetto recentemente presentato dal Comune di Benevento.
In un’ottica di valorizzazione del percorso cicloturistico si potrebbe apporre all’inizio e alla fine di Corso Garibaldi un cartello di benvenuto, recante informazioni turistiche e culturali per i cicloturisti e per i camminatori della Via Francigena e norme di comportamento virtuoso.
ISTITUZIONE DI ZONE 30
Le cosiddette “Zone 30” sono zone urbane in cui il limite massimo è di 30 km/h per tutti i veicoli. Questo limite viene garantito dall’allestimento di dissuasori ed altri elementi rallentatori, di solito in prossimità di strisce pedonali. Il limite di circolazione di 30 km/h abbatte i rischi di incidente tra biciclette ed automobili e favorisce anche e soprattutto i pedoni, i quali rischiano anche loro molto di meno. Tali zone favoriscono la ciclabilità in quanto la differenza di velocità tra i veicoli è minima. Le zone possono essere arredate da segnaletica e rallentatori.
La maggior parte dei Comuni italiani ha adottato questa politica, consigliata da tutte le associazioni di settore. Le zone 30 km/h, con relativi dissuasori di velocità, si sono inoltre dimostrate sicure per i bambini e le famiglie che spesso vivono su tali strade o le adiacenze di esse.
DOPPIO SENSO DI CIRCOLAZIONE LIMITATO ALLE BICI (Impropriamente detto “biciclette in controsenso”)
Come in tanti Comuni europei, alcuni Comuni italiani (come raccomandato dall’ANCI e dalla Direzione Generale per la sicurezza stradale del Ministero Infrastrutture e Trasporti), in base alle esigenze di viabilità, consentono il doppio senso di circolazione, solo alle biciclette, all’interno delle zone 30 e nei centri urbani. Il doppio senso di circolazione limitato alle biciclette è facilmente realizzabile, con modica spesa, in molte strade della nostra città, favorirebbe la scelta di tragitti più brevi e/o più sicuri e/o meno faticosi da parte dei ciclisti, incentivando ancor di più l’uso della bicicletta.
Altro incentivo usato nei paesi europei è quello di concedere la svolta a destra ad un semaforo alla bicicletta anche se il semaforo è rosso.
CONDIVISIONE DI SPAZI PEDONALI
Laddove esistano aree pedonali o marciapiedi la cui larghezza sia superiore ai 2 metri, è possibile la condivisione della infrastruttura da parte di ciclisti e pedoni, con una banale striscia di divisione orizzontale e segnaletica verticale tesa ad individuare le due zone riservate. Questo favorirebbe la creazione di percorsi ciclabili senza la costruzione di piste ciclabili in sede propria.
DISINCENTIVO ALL’USO DELLE AUTOMOBILI
Attraverso una politica di disincentivo dell’automobile, da realizzarsi anche mediante eventi e manifestazioni, si possono educare le nuove generazioni ad una mobilità sostenibile.
PISTE CICLABILI:
1) COLLEGAMENTO TRA PISTA CICLABILE DI PANTANO E LA CITTA’
Esiste da tempo un progetto di collegamento tra la stazione centrale di Benevento e la pista ciclabile di Pantano, sempre molto frequentata, ma che attualmente viene raggiunta con le automobili da molti che ne vogliono usufruire. Un collegamento consentirebbe ai ciclisti di raggiungerla senza uso di altri mezzi. Inoltre, essendo la pista ciclabile parte integrante dell’Eurovelo 5 (l’itinerario ciclabile europeo che parte da Londra e arriva a Brindisi passando da Benevento), un collegamento con la città favorirebbe la visita e la permanenza di cicloturisti europei in città.
2) RIPRISTINO DELLA CICLABILE DI ACQUAFREDDA E COLLEGAMENTO CON LA CITTA’
La pista ciclabile di contrada Acquafredda, mai aperta seppur ultimata molti anni or sono, potrebbe essere ripristinata e collegata alla città e a sua volta alla ciclabile di Pantano, in modo da creare un percorso ciclabile che favorirebbe l’uso della bici in sicurezza e in modo salutare, essendo le due piste paesaggistiche lunghe circa 10 km in totale. Tale eventuale percorso ciclabile rurale ed urbano, potrebbe andare a costituire una delle attrazioni turistiche dell’itinerario EuroVelo 5, per via delle bellezze naturali ed artistiche presenti in città e nel suo circondario, favorendo la crescita del turismo.