1) La narrazione pre-elettorale berlusconiana segue il solito canovaccio: noi candidiamo gli uomini del fare, contro i politici di professione. Come Mastella, appunto, che, tra l’altro, non è certo un uomo del fare, piuttosto del disfare: sigle, partiti, schieramenti. La rivoluzione liberale finisce a Ceppaloni.
Naturalmente, se stanno insieme, come dice la famosa canzone, ci sarà un perché e… vorrei scoprirlo stasera. Impresa impossibile, perché deve ancora partire il confronto programmatico. Dunque, né centrodestra, né centrosinistra, né centro e basta, ma una mera alleanza di potere, di subalternità territoriale e di trasformismo incrociato.
L’on. De Girolamo può con disinvoltura accettare un ordine da Arcore, come abbiamo appreso in una sua recente riflessione, tra il disarmante e l’irritante. Ma lasci perdere il centrodestra e l’unità del centrodestra.