Per una proposta programmatica occorre partecipazione

La confluenza tra il fiume carsico dei debiti degli anni '80 e l'insipienza di governo dell'ultimo decennio ha determinato una condizione solo formalmente dissimile.
Il nuovo centrosinistra non dichiara il dissesto prima delle elezioni ma lascia la città in una condizione di disastro finanziario. I cittadini hanno il massimo della tassazione ,e il minimo qualità dei servizi.
I conti sono a tal punto preoccupanti che i residui attivi, datati e inesigibili, andrebbero più correttamente definiti “residuati”.
Ad oggi mentre in un clima surreale si agitano improbabili figuri e provetti millantatori, il Comune non ha ancora un Piano di rientro approvato. E non solo per sopravvenute modifiche normative.
Sicchè l’unica certezza è l'incertezza. Nessuno, a meno che non sia un ignorante o un cialtrone, può spendere promesse e spandere risorse.
Chiunque diventi sindaco non può come primo atto che promuovere una “due diligence”, ossia una verifica di terzi, autonomi e competenti, sulla reale condizione dei conti comunali.
Far emergere la situazione reale non è un esercizio di catastrofismo né di polemica strumentale. E' un dovere morale nei confronti della città per contribuire a riportare a serietà e realismo il confronto politico-elettorale.
Non è corretto, soprattutto in una condizione di profonda crisi socio-economica, agitare aspettative e illusioni.
Serietà e realismo sono imprescindibili per consolidare un orizzonte di speranza.
Una proposta programmatica sostenibile è possibile.
Lo abbiamo evidenziato finora; intendiamo continuare a farlo per arricchire un’idea di città, con la partecipazione autentica e il contributo delle intelligenze e delle competenze.