“E ora vediamo chi ci mette la firma e la faccia”
SCHIERARSI per una politica civica che difende il DIRITTO a usufruire di Servizi di SALUTE MENTALE organizzati nel rispetto delle norme vigenti, per assicurare la SOSTENIBILITA’ della spesa e trasformarla in concreta occasione di crescita economica e civile per il territorio.
Qual è il senso di questa iniziativa? Far conoscere i vantaggi della Salute Mentale che funziona e guarisce, riassunti nei 4 punti del nostro programma, ma ripresi dal libro “… E tu slegalo subito: sulla contenzione in psichiatria” (ed. AlphabetaVerlag) della psichiatra Giovanna Del Giudice. Presentato di recente a Benevento da Rete Sociale, Associazione Giuristi Democratici e Caritas, il libro racconta in maniera avvincente l’esperienza dell’autrice iniziata a Trieste con Franco Basaglia e proseguita in varie parti d’Italia - tra cui Caserta e Sassari - dove ha realizzato servizi efficienti senza aumentare personale e risorse, ma solo applicando le normative e la “cultura” della legge 180. La Rete Sociale, dunque, ha acquistato diverse copie di questo libro che è disponibile ad offrire gratuitamente ai candidati e ai cittadini che vogliono sapere “qual è la Salute Mentale che funziona”. Come? Contattandola pagina Facebook “NO Salute Mentale a porte chiuse”, dove si conosceranno anche i candidati che si impegnano a:
- Sottoscrivere la petizione contro la pratica illegittima della contenzione, inoltrata al Ministero della Salute attraverso la pagina Facebook “NO Salute Mentale A Porte Chiuse”;
- Controllare che l’esecuzione dei Trattamenti Sanitari Obbligatori (TSO) – autorizzati dal Sindaco in quanto autorità sanitaria del Comune – avvenga nel rispetto dei diritti costituzionali: che prevedono l'obbligo della cura, ma non la limitazione della libertà personale;
- Promuovere la Creazione di una Consulta Comunale della Salute Mentale, presieduta dal Sindaco, di cui facciano parte utenti, familiari e altri rappresentati del settore;
- Rafforzare il ruolo del Comune sia nella gestione delle risorse per l’integrazione socio-sanitaria attraverso i Progetti Terapeutico Riabilitativi Individuali (PTRI); sia nel controllo delle risorse sanitarie destinate, per legge, a potenziare i servizi territoriali, ma spesso dirottate in maniera poco trasparente verso strutture a scopo di lucro extra-territoriali, che aggravano la malattia e fanno levitare la spesa. Come dimostra l’applicazione, invece, dei PTRI sul “territorio”, sono sorte in meno di 2 anni circa 30 nuove cooperative senza fini di lucro, che con 40 operatori hanno reinserito 50 pazienti, trasformando la spesa sanitaria in occasione di crescita e posti di lavoro: sia per le persone con disagio psichico che per l’intera società civile.