I numeri della sconfitta al ballottaggio sono tali, 62,88% Mastella - 37,12% Del Vecchio, che richiedono un immediato gesto di umiltà del gruppo dirigente del partito a livello cittadino e provinciale attraverso le dimissioni dagli incarichi di direzione politica ricoperti, in quanto è evidente lo scollamento che questo gruppo dirigente ha prodotto tra la società beneventana ed il PD. Con coerenza, mi dimetto dalla carica di presidente dell’assemblea cittadina del PD di Benevento, al fine di accelerare i tempi del commissariamento del circolo di Benevento nonché l’azzeramento del tesseramento, indicando, contestualmente, quelle che, a mio giudizio, sono state le principali cause che hanno determinato la pesante sconfitta.
- AUTOREFERENZA E DOMANDA DI CAMBIAMENTO
- LA CONDUZIONE DELLA CAMPAGNA ELETTORALE.
Il gruppo dirigente del PD e il candidato sindaco del partito, specialmente nella fase del ballottaggio, hanno fatto leva esclusivamente sulle opportunità di investimenti in grandi opere ed in infrastrutture derivanti dall’azione del governo regionale e nazionale, trascurando le accresciute domande di tutela ed assistenza sociale provenienti da larghe fette di popolo beneventano. Il richiamo costante a questa filiera istituzionale, che necessita di tempi medio-lunghi per la realizzazione delle proposte presentate ai cittadini, non ha evidentemente persuaso i beneventani. A tal proposito non ha giovato la discesa di Ministri in campagna elettorale che, dai tragici giorni di dell’alluvione di ottobre, ancora non sono stati in grado di dare risposte concrete né alla parte pubblica né, soprattutto, alla parte privata che ha subito ingenti danni tanto che il voto a Mastella è stato anche espressione di una volontà da parte dei cittadini di essere rappresentati da un sindaco autonomo dai due centri di governo.
- LA PROTERVIA/LA PROTESTA
A lungo, in città come in provincia, alcuni, hanno tentatodi evidenziare le chiusure e l’autoreferenzialità di questa gestione e di porre all’attenzione del gruppo dirigente la china verso la quale stavano conducendo il Partito, riscontrando alcuna risposta nella richiesta di condivisione dei processi.
La convocazione, oggi, di un’assemblea aperta e non formale può rappresentare un tentativo apprezzabile di dialogo e di contatto con le comunità locali ma non ha sicuramente ed in alcun modo il valore istituzionale degli organismi di partito che invece hanno il dovere di discutere ed analizzare lo stato di salute del nostro partito. Ritengo pertanto necessaria la convocazione immediata degli organismi statutariamente preposti alla disamina dell’attuale condizione, traendone le susseguenti conclusioni.
Considerata la vastità dei problemi da affrontare derivanti, anche, dal risultato elettorale provinciale, e la necessità di dare un forte segnale di discontinuità e rinnovamento, credo che oltre alle mie dimissioni e a quelle già date dal segretario cittadino, sia necessario, a mio modesto avviso, anche l’atto di remissione del mandato del segretario provinciale.