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M5S: "Non basta un certificato per mettere in sicurezza le scuole"

14/9/2016

1 Commento

 
Farese e Sguera: "Appare francamente improbabile che pochi giorni di lavoro possano risolvere il problema principale che accomuna le scuole beneventane a quelle del resto d’Italia, ovvero la costruzione risalente ad anni in cui le norme sismiche erano agli albori"
Nota di Marianna Farese e Nicola Sguera, consiglieri M5S al Comune di Benevento
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La maggior parte delle scuole italiane è stata realizzata prima del 1976, con tecniche costruttive e materiali inadeguati, i solai delle scuole sono sottoposti a carichi d'esercizio irregolari e subiscono sbalzi termici notevoli e il sovraffollamento delle classi non garantisce una evacuazione nel rispetto delle norme di sicurezza.
Su 41.666 edifici distribuiti in tutta Italia, ben 18.817 ricadono in zone sismiche di prima e seconda categoria, quelle dov’è possibile che si verifichi un terremoto violento o potenzialmente distruttivo (Benevento è collocata nella Zona 1, la zona più pericolosa e ad elevato rischio).
Quanto accaduto di recente ad Amatrice, con una scuola crollata nonostante fosse stata da poco adeguata alle vigenti normative antisismiche, ci dimostra che non basta un certificato. E dunque chi ha il compito di controllare i lavori e di assicurare il mantenimento di un luogo di lavoro sano?
Nessuno può dire con certezza quanto siano sicure le nostre scuole, nonostante l’ottimismo del Ministero dell’Istruzione quando affermò nell’agosto del 2015 che con l’Anagrafe dell’edilizia «conosciamo le condizioni di ogni edificio scolastico» e che in «quattro anni tutte le scuole saranno sicure». La soluzione migliore sarebbe quella di obbligare le scuole ad avere un libretto statico con la situazione strutturale, gli interventi effettuati, quelli richiesti, quelli programmati, con tutti i certificati richiesti a norma di legge.
Per quanto riguarda invece i fondi, vogliamo ricordare che la Legge di Stabilità 2016 ha destinato nuove risorse (escluse dal calcolo del pareggio di bilancio) all'edilizia scolastica: 495 milioni di euro per l’anno 2016, 470 milioni per ciascuno degli anni dal 2017 al 2020, 400 milioni di euro annui a decorrere dal 2021.
Si è conclusa la ricognizione effettuata nei giorni scorsi dalla Commissione Comunale per la verifica della sicurezza degli edifici scolastici, ed il Sindaco Clemente Mastella ha deciso che per il momento 8 scuole su 18 resteranno chiuse per almeno una decina di giorni, onde consentire ulteriori indagini e l’esecuzione di lavori urgenti di messa in sicurezza.
Tra le scuole interessate vi è la “Federico Torre”, la cui Dirigente Scolastica lo scorso 2 settembre, in previsione dell’imminente avvio dell’anno scolastico, aveva richiesto al Comune di Benevento numerose certificazioni obbligatorie per legge, nonché l’esecuzione di urgenti lavori di manutenzione.
Appare francamente improbabile che pochi giorni di lavoro possano risolvere il problema principale che accomuna le scuole beneventane a quelle del resto d’Italia, ovvero la costruzione risalente ad anni in cui le norme sismiche erano agli albori, con tecniche costruttive e materiali molto meno performanti di quelli moderni.
Occorre senz’altro dare corso ad un approfondito monitoraggio delle strutture scolastiche della nostra città, verificando innanzitutto concretamente se sussistono le condizioni per ottenere o rinnovare tutte le certificazioni previste per legge, e procedendo, quindi, alla programmazione degli interventi più importanti e consistenti per migliorare ed adeguare la resistenza sismica degli edifici.
Il Sindaco, però, dopo la verifica ha deciso di chiudere comunque alcune scuole a 48 ore dall’inizio dell’anno scolastico. La circostanza che lascia perplessi, dunque, è che solo il 13 settembre il sindaco, l’assessore competente e la struttura si siano accorti dello stato di manutenzione delle scuole. Eppure non sarebbe stato difficile verificare la situazione in cui si trovavano gli immobili destinati ad attività scolastiche oggetto dell’ordinanza sindacale. In realtà, le opere di manutenzione, di tinteggiatura, la verifica delle impermeabilizzazioni e degli impianti sono state sempre eseguite nei periodi di sospensione dell’attività scolastica, in particolare nei mesi estivi. C’è da chiedersi come mai questa amministrazione abbia fatto trascorrere tutta l’estate per accorgersi solo all’ultimo momento di alcune criticità. È evidente che esistono responsabilità dell’amministrazione precedente  che non ha curato la manutenzione ordinaria come doveva. Stupisce per altro che, tra le scuole che resteranno chiuse, alcune sono state oggetto di consistenti interventi di manutenzione straordinaria abbastanza recenti (ad esempio la “Mazzini”). Ciò non toglie che molte famiglie, senza preparazione, dovranno gestire l’emergenza figli, in un periodo in cui per altro anche i “campi estivi” hanno smesso di funzionare. Si doveva intervenire con maggiore tempestività.
Insomma, con tutte le attenuanti del caso, ci sono molte perplessità sull’ordinanza sindacale e sull’interruzione di un pubblico servizio, che speriamo vengano fugate da una lettura più approfondita di quanto prodotto dalla Commissione voluta dal Sindaco, che segue di poco il “pasticciaccio brutto” relativo alla mensa, in cui la Giunta ha mostrato un preoccupante livello di improvvisazione.
Sia chiaro: nessuno pretende miracoli, e lo stesso Movimento 5 Stelle in altre realtà è alle prese con questioni contingenti e con un disastro ereditato ma, il vero ed unico problema da affrontare è proprio questo. Dobbiamo uscire dalla palude dell’emergenza, dobbiamo nuovamente sognare ed immaginare un futuro, la politica deve avere un respiro lungo e a noi tocca preparare il campo a chi verrà dopo di noi.
Le scuole di Benevento sono tutte vecchie. Costruite da almeno 40 anni e le più “anziane” risalgono al ventennio fascista, ogni anno sono puntualmente interessate da interventi di manutenzione sporadici spesso di mediocre livello. Serve una vera anagrafe degli istituti con dati certi e chiari, serve conoscere le reali esigenze visto che scuole ristrutturate poi vengono chiuse per mancanza di alunni, serve un politica che abbia anche il coraggio di concentrare gli sforzi e se necessario abbattere e ricostruire qualche edificio scolastico. Ci vorrebbe un piano di riqualificazione che detti priorità e opportunità di intervento.
Speriamo che il tempo delle toppe lasci presto il passo alla rivoluzione gentile e sempre più urgente e necessaria.

P.S.

Colpisce nella vicenda il mancato coordinamento fra Comune e Provincia: gli alunni delle Superiori sono figli di un dio minore, indegni di un controllo sulle loro strutture?
1 Commento
Marta Kocsis
15/9/2016 13:01:27

Salve, sono d'accordo con l'articolo. Inoltre, in un paese che prende in coniderazione le famiglie il comune pubblicherebbe una comunicazione di questo genere suggerendo qualche soluzione, come mimnimo. O offrendo di pagare il campo estivo per i bambini, oppure rendendo possibile l'accorpamento nelle scuole che hanno aperto. Con questo modo che comunicano il 14 settembre che il 15 non apre la scuola veramente trattano le famiglie in un modo vergognoso e come possibile che questo qua non ha conseguenze? Questo che mi impaurisce piú di tutto, perchő garantisce per il futuro che il comune puó tranquillamente agire in questo modo anche per quanto riguarda il futuro. E ultima cosa: ho letto che nella maggior parte delle scuole si dovrebbe trattare di un lavoro di alcuni giorni (che si risolve in un arco di tempo cosí breve?), ma ci sono 2-3 dove i lavori richiedono piú tempo. Chiamando oggi la scuola non riescono dare informazioni che i lavori quanto dureranno. Perché non ci prendono in considerazione almeno in questo senso di dare comunicazioni chiare? Sono assolutamente amareggiata e indegnata. Di qua ci resta solo da scappare o essere trattati in modo umigliante per tutta la vita...

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