Da esso, infatti, si evince inequivocabile ancora una volta la sua continuità “culturale”, “gestionale” nonché retorica con i dieci anni da incubo finora vissuti dalla Città amministrata fino ad oggi da lui e Pepe.
E così se il Teatro Comunale è chiuso da oltre tre anni e in questo periodo è stato vandalizzato senza che nessuno abbia fatto qualcosa per impedirlo la colpa è di Caldoro e, perché no, anche un po’ di Berlusconi…; se la buffer zone è il far west di notte e un campo di calcio di giorno sarà colpa di Santa Sofia che non fulmina tutti dal cielo o se l’Hortus Conclusus è in uno stato di abbandono con aree indebitamente occupate da privati è sicuramente colpa della Rai che lo denuncia e del Maestro Paladino che non se lo viene a pulire…
Ma ciò che fa davvero sobbalzare è la spericolatezza del sottinteso che sembra esserci nelle parole di Del Vecchio: essendoci alla Regione un Presidente amico vedrete da ora in poi quanti soldi avremo!
L’ assunto, di una gravità istituzionale inaudita, d’altro lato non stupisce: le giunte Pepe-Del Vecchio si sono sempre caratterizzate per questa brutta tipologia di intermediazione politica che tenta di capitalizzare al massimo i finanziamenti pubblici in termini di consenso di parte (del resto sembra sia del mentore politico di Del Vecchio la frase “i voti costano…”) e questo facendo leva sui bisogni di una collettività che sono stati generati proprio da chi quella collettività ha governato per dieci anni.
Se a ciò si aggiunge la totale subalternità acritica del candidato sindaco del PD alla Regione (forse proprio perché governata da amici?!?) il quadro è davvero preoccupante.
Infatti il plauso rivolto alla Regione dal candidato sindaco-attuale assessore e vice sindaco a sua insaputa Del Vecchio mortifica la Città in quanto sottace volontariamente che l’entità dell’erogazione prevista per il Teatro Comunale di Benevento è la più bassa tra quelle stanziate: 510.000 euro (come per il Teatro Comunale di Caserta o il Metropolis di Avellino…) a fronte, invece, dei 3.000.000 di euro destinati al Teatro Verdi di Salerno o al milione di euro previsti per il Trianon di Napoli.
A noi non sembra quindi che si sia prestata particolare attenzione alla nostra vocazione culturale bensì che si tratta piuttosto di un finanziamento a pioggia per non scontentare nessuno.
Non siamo questuanti con il cappello in mano e un politico serio, con a cuore il presente e il futuro della propria Città, non dovrebbe esultare per un contentino ma ringraziare educatamente e subito dopo rivendicare con fermezza, se ci crede, ruolo, funzione e dignità per la propria Città almeno paritaria ad altre realtà simili quale, ad esempio, Salerno che lo stesso Del Vecchio ha spesso indicato come modello cui guardare senza mai riuscire in dieci anni a far nulla per somigliarvi.