L'ato serve a pianificare il ciclo provinciale dei rifiuti, nell'ottica dell'autosufficienza provinciale e non a dividersi posti e poltrone. Il ritardo incredibile nella formazione dell'Ente d'Ambito, che ha trovato l'epilogo del colpo di mano della nomina del direttore generale, da la cifra dell'irresponsabilità dei rappresentanti delle istituzioni provinciali.
E senza pianificazione tutti possono chiedere di aprire un impianto rifiuti, come è successo a Sassinoro. Dove, al di là di dichiarazioni di solidarietà, nessuno ha avuto il coraggio di dire la verità: non c'è una regolamentazione provinciale, perchè non abbiamo costituito l'Ente d'Ambito e questo apre la strada a qualsiasi intervento privato. Si è giocato con le parole, cantando vittoria ed annunciando provvedimenti giudiziari di sospensiva che non sono mai stati emessi, salvo poi chiederli successivamente e vederseli rigettati, illudendo i cittadini di Sassinoro, dell'alto Tammaro e di tutta la provincia che l'impianto sarebbe stato bloccato, contrariamente alla realtà dei fatti e degli atti.
E' ora che le più alte cariche istituzionali provinciali si facciano carico di risolvere la questione: ai cittadini del Sannio non interessa la guerra interna al PD per le nomine dell'ATO. Interessa sapere dove, come ed in che quantità si smaltiscono i nostri rifiuti. Se siamo capaci di determinare l'autonomia provinciale per la gestione degli stessi o saremo ancora costretti ad accogliere i rifiuti di Napoli. A che prezzo per la collettività questi rifiuti vengono smaltiti. Quanto, in termini di tariffa, le iniziative private gravano sulle tasche dei cittadini. Chiediamo ai rappresentanti istituzionali meno bugie e più senso di responsabilità.