Al di là della boutade, siamo di fronte ad un’attrezzatura di cantiere lì abbandonata non sappiamo con quale sistema di sicurezza e di manutenzione. La gru in questione ha caratteristiche geometriche e meccaniche molto delicate, per cui potrebbero sorgere seri problemi sia in caso di sisma che in caso di venti di forte intensità. Infatti, proprio per diminuire la resistenza al vento (per altro particolarmente forte in questi giorni), i bracci delle gru sono lasciati liberi di ruotare in modo da disporsi sempre nella direzione del vento offrendogli, così, una minore superficie di impatto. Orbene, la “consultazione” della ditta è avvenuta in maniera formale o informale (lasciando traccia documentale)? Quali sono le manutenzioni alla gru operate negli anni di inattività perché il tutto funzioni nel modo giusto? Abbiamo queste certezze? Ed abbiamo la certezza che la struttura della gru sia ancora idonea a resistere ad eventuali sismi? Vorremo capire, dunque, qual è lo stato dell’arte del finanziamento e dei lavori. I lavori sono fermi per colpa del Comune? O l’impresa è responsabile della sospensione e, dunque, si può rescindere il contratto o obbligare alla prosecuzione?
Ci sono state scelte analoghe in passato che sono costate alle casse comunali, e la cosa, particolarmente dopo la dichiarazione di dissesto, sarebbe intollerabile.
In ogni caso, chiediamo al Sindaco, all’Assessore e alle strutture competenti di mettere da parte le “apparenze” per andare alla sostanza e di privilegiare la sicurezza dei cittadini, chiedendo all’impresa titolare di fare manutenzione del cantiere e smontare l’opera d’arte contemporanea il cui titolo potrebbe essere: «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi». È vero: ci sono problemi che si ereditano. Non risolverli, però, è responsabilità dell’erede.