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Testematte. Ludopatia: il caso di Marco Paoloni

24/5/2016

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​a cura del Dr. Pierluigi Vergineo

​Neuropsichiatra ASL BN1

Marco Paoloni presenta il suo libro "Colpevole all'italiana"

Il 30.04.2016 il Benevento vince un campionato esaltante. Prima nel girone invernale arriva imbattuta sino alla fine. Il Benevento in serie B dopo oltre ottant’anni è un sogno che si avvera. Marco  Paoloni, il grande portiere del Benevento  sceglie il giorno migliore per presentare il suo libro COLPEVOLE  ALL’ITALIANA e racconta la sua verità. Nel mese di giugno 2011 il Benevento doveva disputare i play off per la serie B. Il primo del mese, il portiere  del Benevento è arrestato al President Hotel. Con le manette ai polsi e due carabinieri di scorta sale sul mezzo blindato davanti ad un plotone di telecamere e flash per essere trasferito nel carcere di Cremona.
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Le accuse sono pesantissime. Avrebbe scommesso sulle partite di Lega - Pro con gli Zingari, avrebbe avvelenato con il Minias gli ex compagni del Cremona, avrebbe puntato sulla sconfitta del Benevento calcio. I tifosi della città sono distrutti. Alla società sportiva viene impedita ancora una volta la promozione. Tutto è perduto. Anche il successivo campionato è compromesso con 15 punti di squalifica.
Gli imputati  oltre a Paoloni sono Doni dell’Atalanta, Signori della Lazio. Nonostante le stesse accuse i due campioni della serie A sono graziati dalla giustizia sportiva con un anno di squalifica. Solo Marco Paoloni è condannato a 5 anni di squalifica e la radiazione in caso di condanna penale. La botta per il grande portiere è terribile. La moglie chiede il divorzio, gli impedisce di vedere la piccola figlia e lo denuncia per stalking.
Solo lui è colpevole. Solo lui deve pagare con la vita.  Dalle stelle alle stalle. Per il vizio del gioco un eccezionale atleta perde tutto: il lavoro, la famiglia, la salute. Pieno di debiti (come Marco Baldini la spalla di Fiorello), viene minacciato, perseguitato, insultato. E’ il colpevole di un processo mediatico che lo trasforma in un mostro.
Solo i tifosi del Benevento hanno dubbi. Com’è possibile che un portiere accusato di aver giocato un “over” para il rigore al novantesimo e chiude la partita sul due a zero a favore della sua squadra? Come è possibile che colui che consigliava di giocare sulla sconfitta del Benevento veniva premiato come migliore in campo? Come è possibile che a Castellammare di Stabia in trasferta riceve un’ovazione dai tifosi per le sue eccezionali parate?
Nel suo libro cerca di svelare il mistero con lucidità, prove, fatti e testimonianze. Innanzitutto è sempre stato leale e corretto con la squadra. Vigorito, il presidente, per le sue prestazioni lo aveva premiato  (gli anticipava mesi di stipendio). Il Benevento Calcio grazie  alle sue prestazioni  (neanche un partita sbagliata) aveva conquistato i play-off. La sua colpa era quella di essere schiavo del gioco. Scommetteva sulle partite di basket, football americano, sui cavalli mai sulle partite di Lega pro. Come in tutti i ludopatici il vortice delle scommesse era incessante. Tutte le vincite che creavano l’illusione di una svolta  subito erano perse in altre giocate.  
I debiti salivano. I creditori minacciavano. Gli allibratori ricattavano (è vietato a tutti gli iscritti alla FIGC il gioco d’azzardo). I broker pretendevano informazioni, dritte, sulle partite combinate. Racconta che la sua vita era un inferno e che in fondo il suo arresto lo ha salvato dal fallimento totale. 

Marco Paoloni si definisce un uomo malato. Un ossessivo compulsivo che in questi anni si è curato. Adesso sta bene ed è felice per la nascita del secondo figlio. Nel nostro incontro fa un appello per l’approvazione della Legge Regionale (Iannace - Vergineo) per la cura della Ludopatia. Anche il processo penale (la prima udienza davanti al GUP alcuni mesi fa dopo 5 anni di indagini) sta rivelando l’insussistenza dei fatti. Paoloni non ha commesso alcun reato. E’ stato uno scommettitore ma non un concusso o un corrotto. E’ innocente. Lo stesso PM ha chiesto di essere pensionato prima della probabile archiviazione o prescrizione per evitare brutte figure. Anche San Francesco era stato un giovane inquieto ed un accanito giocatore. Improvvisamente una luce apre la sua coscienza e diventa il Santo più amato d’Italia. La FIGC deve annullare la radiazione. E’ arrivato il momento di restituire dignità  a questo grande atleta che merita un riscatto ed una seconda chance come uomo e come calciatore. Bravo Marco!

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