Emozioninrete.com
  • Prima Pagina
  • Notizie
  • Reportage
  • Format
    • Vox Populi
    • Frammenti video
    • Maciniamo Km
    • Giallorossi tra ricordi ed emozioni
    • Ricordi di un GialloRUSSO
    • Medicinrete
    • Il lato B di...
    • L'Amore vince sempre
  • Intrattenimento

Il Vangelo di Domenica 27 settembre. A cura di Donato Calabrese

25/9/2015

1 Commento

 

​XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Mc 9,38-43.45.47-48)

Immagine
Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri». Ma Gesù disse: «Non glielo proibite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me.  Chi non è contro di noi è per noi. Chiunque vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa.  Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare”. Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile”. “Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna”. “Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna,  dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.
Immagine
​Come quello di domenica scorsa, il testo evangelico raccontato da Marco è ambientato a Cafarnao: il centro della Missione. 
A Giovanni che gli ha detto: “Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri”, Gesù risponde: “Non glielo proibite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me.  Chi non è contro di noi è per noi”. 
Dalla risposta del Maestro di Galilea possiamo cogliere una realtà presente in Israele durante la Sua Missione, e cioè che il nome stesso di Gesù è utilizzato anche da altre persone che scacciano i demòni nel Suo nome. Tuttavia, dice ai discepoli di non proibire ad esse di collaborare, anche se non proprio direttamente da lui, nella Missione, che significa anche la liberazione degli uomini dal male. 
Gesù coglie l’occasione per correggere una mentalità diffusa tra i suoi discepoli, e tendente ad appropriarsi del dono ricevuto: quello di essere stati chiamati a seguirlo e di appartenere alla sua comunità. Del resto Gesù ha lo stesso atteggiamento con i farisei, perché si sono appropriati della verità della rivelazione divina, considerandosi superiori agli altri e discriminando giudei e pagani.
“Gesù vuole che i suoi apostoli siano aperti come Lui, sapendo cogliere il disegno divino della salvezza in tutta la sua ampiezza e quindi il lavoro nascosto che Dio Padre va compiendo nelle anime”. 
Questo episodio evangelico è molto importante, in quanto offre, almeno indirettamente, un Segno della Presenza del Regno di Dio, tanto è vero che basta pronunciare il nome di Gesù perché alcuni siano liberati dal demonio. Quindi, il pensiero che estranei alla comunità degli apostoli, utilizzino il nome di Gesù per i loro esorcismi, rende ragionevole l’idea che la tradizione dei miracoli non sia limitata ai seguaci del Maestro di Galilea.

Immagine
Poi, Gesù dice: “Chiunque vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa.  
Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare”.
I piccoli, di cui parla Gesù, più che i bambini, sono coloro che vivono in semplicità ed umiltà  la sua sequela.  Tali atteggiamenti sono la carta di identità, l’autentica peculiarità  di ogni vero discepolo di Gesù, e, quindi, di ogni battezzato, e ne costituiscono gli elementi essenziali, che ritroviamo nel messaggio delle Beatitudini, una delle espressioni più elevate e sublimi del suo insegnamento. Il Regno dei Cieli o Regno di Dio è per i semplici e per gli umili. E se non si è semplici ed umili si è lontani dal Messaggio di Cristo. Si è lontani da quel Dio  che ci ha amati per primo. 
Nel singolarità del suo linguaggio, Gesù fa riferimento alla macina da mulino: “Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare”. Un'immagine che per la sua drammaticità colpisce anche noi, ma che nell'ambiente contemporaneo di Gesù indica la “somma sventura di un disgraziato che rimane privo di sepoltura”.
Immagine
Attraverso il linguaggio iperbolico e a volte paradossale, che adopera allo scopo di lasciare bene impresso nei suoi ascoltatori ciò che intende dire, Gesù pone l’accento sulla situazione di drammaticità che vive chi è in peccato o addirittura col proprio peccato scandalizza gli altri, specialmente i più indifesi  di fronte al male. 
Ce lo confermano i testi successivi, allorché dice: “Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna. Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna,  dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue”. 
Questi detti di Gesù, propriamente definiti “dello scandalo” in quanto il verbo scandalizzare si ripete spesso, dovrebbero essere intesi in senso traslato, cioè trasferito ad altro significato più simbolico, metaforico. In tal caso, lo scandalo è ciò che conduce l’uomo alla infedeltà verso Dio e verso il suo Regno. Infedeltà che significa morte al Bene, e quindi una non vita. 
Gesù non vuole un corpo mozzato di mani, piedi, né un corpo privo di occhi.  Vuole palesare la gravità del peccato, il cui danno è certamente maggiore di quello che comporta la rinuncia ad uno di questi membri del corpo umano. Meglio essere privi di uno di questi organi, piuttosto che non essere cittadini del Regno, e, quindi, figli di quel Dio che ci ama infinitamente attraverso il Suo Figlio. 
Non far parte del Regno di Dio è come un voler morire a questo Regno; il che vuol dire morire alla verità di Dio. Morire alla bellezza ed alla bontà del Figlio di Dio ed entrare in quel regno di morte di cui è la valle della Geenna è l'immagine evidente.

Immagine
La Geenna è una valle situata a sud ovest di Gerusalemme, dove gli antichi Cananei sacrificavano i loro figli uccidendoli. Qui, al tempo di Gesù, vengono fatti bruciare tutti i rifiuti della città di Gerusalemme.  È, quindi,  una discarica a cielo aperto nella quale però i rifiuti vengono bruciati in continuazione. Ecco perché, nel linguaggio del Maestro di Galilea, questo fuoco perenne diviene l'immagine del fuoco inestinguibile dell'Inferno, luogo di punizione per tutti coloro che rifiutano il Bene di Dio: i malvagi.
Quale insegnamento proviene da queste parole di Gesù, a noi cristiani del terzo millennio?
Tra i vari temi su cui appuntare la nostra riflessione, ne voglio segnalare due. Il primo è quello evidenziato all’inizio del brano evangelico, allorquando Gesù invita i suoi discepoli, e quindi anche noi,  a superare gli steccati che sono frapposti tra le stesse persone che operano per il Regno di Dio.
Il secondo ci è offerto da queste parole drammatiche del Nazareno: “Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare” .
Immagine
Parole drammatiche e profetiche che vanno indirizzate a tutti coloro che seminano il male negli occhi e il cuore dei bambini e degli uomini che desiderano vivere in un mondo  non avvelenato dal peccato e dall’orrore della bestialità più disumana, che appartiene di diritto all’inferno. Si, l’inferno esiste, anche se il mondo comunicativo di oggi tende a farne a meno, facendo a meno di Dio e del male, veicolando il pensiero diabolico che all’uomo tutto sia permesso.
E allora io direi che la frase “Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare”  vada diretta a tutti coloro che hanno rinnegato di essere uomini: a coloro che vivono la pedopornografia; agli uomini imbestialiti nel peccato. Agli esseri, non umani, che hanno il cuore calcificato nel male: inteso in tutti isensi.
Ma le macine da asino, o da mulino, dovrebbero metterle addosso, e non in senso figurato, tutti coloro che comunicano la liceità di tutte le azioni. 
Noi cristiani dobbiamo essere positivi, malgrado tutto.  Gesù non ha mai condannato nessuno, né chiuso il suo cuore ad alcuno. Coloro che vanno all’inferno si condannano da soli. Si escludono da soli, dal sommo Bene che ha creato il cielo e la terra. Quel Dio che si è rivelato in Gesù, mostrando in Gesù, il Suo Volto misericordioso. Il volto di un Dio che ama l’uomo. Con tutto sé stesso.

1 Commento
armando
19/3/2016 18:55:55

Il vangelo e' parola di vita per noi che crediamo .

Risposta



Lascia una risposta.

    Feed RSS

    Foto

    Categorie

    Tutto
    Commento Al Vangelo
    Vivere La Speranza


    I nostri format

    Foto
    Foto
    Foto
    Foto
    Foto
    Foto
    Foto
    Foto


    Immagine

    Immagine

    Link consigliati
    Foto
    Foto

    Archivio

    Gennaio 2019
    Dicembre 2018
    Novembre 2018
    Ottobre 2018
    Settembre 2018
    Agosto 2018
    Luglio 2018
    Giugno 2018
    Maggio 2018
    Aprile 2018
    Marzo 2018
    Febbraio 2018
    Gennaio 2018
    Dicembre 2017
    Novembre 2017
    Ottobre 2017
    Settembre 2017
    Agosto 2017
    Luglio 2017
    Giugno 2017
    Maggio 2017
    Aprile 2017
    Marzo 2017
    Febbraio 2017
    Gennaio 2017
    Dicembre 2016
    Novembre 2016
    Ottobre 2016
    Settembre 2016
    Agosto 2016
    Luglio 2016
    Giugno 2016
    Maggio 2016
    Aprile 2016
    Marzo 2016
    Febbraio 2016
    Gennaio 2016
    Dicembre 2015
    Novembre 2015
    Ottobre 2015
    Settembre 2015
    Agosto 2015
    Luglio 2015

Per contatti:
info@emozioninrete.com
cell. 388 9971785
Immagine