VI Domenica di Pasqua |
Molto probabilmente Gesù si trova nella Sala del Cenacolo. Forse qui, nel tempo che segue la Cena, può dare il suo ultimo messaggio prima della sua morte. Ed il testo che abbiamo ascoltato rientra proprio in questo suo testamento spirituale, anche se è innegabile che il redattore evangelico può aver sviluppato, da parte sua, le parole di Gesù, o, perlomeno, può aver scritto questo testo in base ai suoi ricordi ed agli approfondimenti successivi.
Certamente c’è un profondo afflato spirituale che si respira nella comunità di Gesù. Un clima di amore e tenerezza verso il piccolo gregge, da parte di Gesù.
Egli promette loro di non abbandonarli a sé stessi. Invierà un nuovo Consolatore che darà loro il coraggio e la forza per vincere il mondo. Il messaggio struggente è sempre quello: l’amore per Lui e tra di loro sarà il grande fuoco che innescherà la potenza creatrice e santificatrice dello Spirito Consolatore.

Amare Gesù, quindi, conduce il discepolo all’osservanza dei suoi comandamenti. Ma Gesù stesso ci darà l’aiuto vitale - mai termine appare più appropriato - per far sì che i suoi comandamenti, tutti compresi nella suprema Legge dell’amore verso di Lui e verso i fratelli, possano essere incarnati nella nostra vita cristiana.
“Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi”.
Gesù non ci lascerà orfani, in quanto il Padre Celeste ci ama e ci amerà sempre, perché noi amiamo il Suo Figlio Unigenito. Ed amandoci come Gesù ci ha amato, il Padre ci donerà lo Spirito Consolatore. Il termine greco Paraclito (Paraklêtos) ricorre per la prima volta nel Vangelo di Giovanni e significa intercessore, Colui che consola, difende. Quindi, il Padre invierà un altro Consolatore. Perché un altro Consolatore? È chiaro. Perché Gesù è stato il Consolatore dei suoi discepoli. E tuttora continua l’opera di Consolatore, di intercessore, di Mediatore, di Avvocato presso il Padre. Ma perché venga questo Consolatore, occorre che Gesù compia la Sua Missione. Sarà arrestato, torturato, crocifisso. Ma la Via per raggiungere il Padre sarà proprio quella della croce: la via più umiliante e fallimentare, perlomeno per gli esseri umani e secondo la falsa sapienza umana.
Il Figlio di Dio ha fatto sua questa via disastrosa, almeno finora, per liberare dalla schiavitù del male, del dolore e della morte, tutti coloro che la percorreranno.

È Lui stesso, Gesù, ad insegnarci cosa significa volere bene. Poco prima di dire le parole che abbiamo ascoltato, proprio nel momento in cui Giuda ha lasciato il Cenacolo con il tradimento nel cuore, Gesù ha detto: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri ” (Gv 13,34-35).
L’aveva detto poco prima, ai suoi amici. Perché comandamento nuovo? Perché mentre prima il parametro per misurare il nostro amore verso gli altri era quello dell’amore verso sé stessi, cioè: “Ama il prossimo tuo come te stesso” (Mt 19,19; cfr. Mc 12,31; Lc 10,27; Gv 13,9), ora, invece, Gesù richiede un amore più grande: quello di amare come Lui ci ha amato. E quindi è un amore infinitamente superiore. Ma non impossibile da raggiungere, anche perché Egli ci chiede di amarlo negli altri, non nella misura con cui egli ci ha amato, cosa assolutamente impossibile, perché il suo amore è irraggiungibile; ma nella modalità, cioè, nel modo, con cui ci ha amato. Solo il modo con cui ci ha amato può essere da noi avvicinato.

Certo è difficile. E ce ne accorgiamo specialmente noi, che viviamo totalmente immersi nel mondo. È difficile attuare i comandamenti di Dio, la somma legge dell’amore, quella che è scritta, anzi è incisa profondamente, con il Battesimo, nel nostro cuore e nella nostra anima. E Gesù questo lo sa. Perciò subito dopo aggiunge: Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi”.
Il mondo ha una sola logica, cari amici: è quella del denaro, del sesso sfrenato, del piacere, di nuove emozioni e sensazioni che affievoliscono il senso stesso del piacere, lasciando un vuoto enorme nel cuore dell’uomo che si lascia invischiare nei gorghi impetuosi di un fiume in piena, colmo di maleodoranti vizi, peccati, abomini, oscenità. In questo fiume infame, nel quale è fagocitato tutto il male trasmesso dalla vuota cultura dove non c’è più il senso di colpa e l’inibizione di fronte al peccato, la falsa sapienza di un materialismo strisciante si va diffondendo a macchia d’olio, veicolando idee malsane e mortali, come quelle che divulgano l’aborto, l’eutanasia, la morte dei valori, la conquista ed il mantenimento del potere, dell’esibizione, della vanità, con l’irrequietezza di una vana ricerca di felicità fondata solo sul benessere individuale, con il relativo disinteresse verso Dio e verso ciò che non fa comodo a sé stessi ed ai propri interessi. E tutto questo penetra finanche nello stesso popolo di Dio, dove il tarlo del danaro ed il formalismo religioso penetrano, danneggiando e minando alla base la Comunità dei Credenti.
Solo la croce, solo il dolore, la sofferenza, può essere il salutare antidoto contro il veleno portato da Satana nel mondo, e veicolato con gli stessi mezzi della comunicazione sociale: i giornali, le riviste, e soprattutto Televisione, radio ed Internet.
Gesù dice: “...pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce”. Non può conoscerlo, perché il principe di questo mondo lo domina e lo tiene in soggezione con la sua malvagia intelligenza.
Noi cristiani, siamo in antitesi col mondo, ma corriamo il rischio enorme di essere anche pericolosamente risucchiati nelle sue spire e nel suo modo di pensare ed agire.
Dobbiamo aver l’ardire di distaccarci da tutto questo e di fare delle scelte coraggiose per Dio.
“Signore Gesù donaci il Consolatore! Donaci lo Spirito Santo! Donaci il Tuo Spirito, Signore!”. Quello stesso Spirito che ha trasformato un pugno impaurito di apostoli in araldi della fede, capaci di portare il tuo annuncio, il tuo Seme di Speranza in tutto il mondo.
Signore, Tu hai detto: “Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi...”. Non lasciarci orfani, Signore! Non lasciarci orfani. Il nostro cuore lacrima e vagheggia la tua Divina Presenza.
Ma noi sappiamo che sei e sarai sempre con noi. Fino alla fine del tempo.