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Il Vangelo di Domenica 1 maggio. A cura di Donato Calabrese

2/5/2016

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VI DOMENICA DI PASQUA
(Gv 14,23-29)

Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.  Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dá  il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate.
Il vangelo di questa VI domenica di Pasqua orienta la nostra riflessione sulla promessa dell’invio del «Consolatore», da parte di Gesù. Sarà Lui, il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre invierà nel nome del Figlio Suo, ad insegnare ogni cosa ed a ricordare tutto ciò che Gesù ha detto.
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Ma prima di questa promessa Gesù ci lascia uno splendido insegnamento che prefigura quella che sarà la vita di ogni suo discepolo e della stessa Chiesa: una mutua immanenza del discepolo con Dio ed il Suo Figlio Diletto, e viceversa. Un’intimità amorevole, che riscalda il cuore dell’anima. Un calore intenso e coinvolgente che proviene dalla comunione e dalla familiarità profonda, ontologica, con la Trinità Beata, lasciando che ognuno sia Tenda  dell’incontro personale con Gesù, luogo sacro per eccellenza nel quale la Presenza di Gesù si dilata mirabilmente, fino all’inabitazione completa della Trinità.
Rileggiamo queste parole così pregnanti e vitali per il nostro cammino di fede e di comunione con Cristo Gesù.  “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”. Chi ama Gesù, chi vuole amarlo, è tenuto ad osservare la sua Parola di vita custodita nei Vangeli. Vale a dire metterla in pratica, lasciandola incarnare nella nostra vita, vivendo non solo la Regola d'oro di evangelica memoria: “Fare agli altri ciò che vuoi sia fatto a te stesso”, ma il Divino comandamento dell'amore vicendevole, fondato sul Nuovo comandamento di Gesù: l’invito ad amarci, a volerci bene tutti, nello stesso modo in cui Egli stesso, Gesù, ha voluto bene a noi, dimostrandocelo per tutta la sua vita, con il suo Calvario, la passione e morte sulla croce, e con la stessa risurrezione.

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Gesù ci vuol dire che se noi amiamo con i suoi stessi sentimenti, Egli verrà ad abitare, insieme col Padre, dentro di noi. È lo stesso Dio, uno e trino, Padre, Figlio e Spirito Santo che si degna di abitare e vivificare l'anima di chi vuol osservare la Parola di Vita di Gesù ed entrare in comunione d’amore con Lui, che è il Figlio di Dio.
È un mistero di amore infinito. Un mistero contemplato dai mistici cristiani di tutti i tempi. L’amore di Dio per noi e l’amore nostro per Dio, quello stesso Dio rivelato in Gesù Cristo, è un sentimento che ci immerge e ci permea fino al fondo della nostra anima.
Una duplice azione che possiamo comprendere, anche se in maniera molto labile, con l’immagine dell’aria che respiriamo, nella quale siamo immersi pienamente, e la quale, attraverso i polmoni ed il sangue ossigenato, entra fino agli angoli più reconditi del nostro corpo.
Una simile azione, ma a livello più elevato, opera Dio nella nostra vita, specialmente quando riusciamo a cogliere e ad accettare la Sua Presenza dinamica, salvifica,  amorevole, creatrice, santificatrice e divina.  Non è un concetto astratto, questo. In Gesù Cristo, nella Sua Parola e nella Sua Azione, abbiamo contemplato la Parola e l’Azione di Dio nella nostra Storia personale e comunitaria.

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Immersi in Dio come nell’aria che respiriamo. È l’esperienza che tutti possono fare. È la sensazione, ovvero la percezione di chi si è lasciato svuotare dallo Spirito di Cristo, permettendogli, così, di colmarlo del Suo Amore. Personalmente ho potuto percepire in qualche modo questa esperienza d’amore, durante gli esercizi spirituali. Ma è una realtà che tutti possono vivere, anche senza ricorrere a particolari esperienze di spiritualità.
Sentirsi immersi in Dio. È un sentimento profondo, questo, che provoca in noi la serena, gioiosa consapevolezza di essere abbracciati dal Suo Amore e dalla Sua Pace.
Ma l’immersione è un effetto e non una causa della permeazione. È dal di dentro che Dio ci ricrea, ci salva, ci trasforma, ci santifica, ci divinizza, ci ama. Ecco il Regno di Dio annunciato da Gesù: È la Presenza del Dio Trinitario dentro di noi. È la Presenza piena, assoluta, completa, di Dio in Gesù di Nazareth. Riconoscere Gesù ed accoglierlo come nostro padre, fratello, amico, sposo. È accogliere il Regno di Dio; è accogliere la Presenza di Dio; è accogliere Dio stesso in noi.
Il Dio sconosciuto ed invisibile; il Dio che sfugge ai nostri pensieri ed alle nostre catalogazioni, è Presente in Gesù di Nazareth. Impariamo a leggere ed ascoltare, nel silenzio del nostro cuore, le parabole del Regno, e vedremo che il Regno di Dio è Dio stesso. Il Regno di Dio è discreto, silenzioso, nascosto, umile. Tutti caratteri che lo hanno nascosto ai sapienti della Terra, ma lo hanno rivelato agli umili ed agli ultimi.

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E allora, possiamo dire che Dio ha un nome: Gesù di Nazaret, il carpentiere, il figlio del falegname e di Maria di Nazareth.
Dio ha un nome e questo nome vuole darlo a tutti noi. Lo ha già fatto col nostro Battesimo, ma spesso lo abbiamo dimenticato. Accogliere Gesù in noi è accogliere il Regno di Dio, la Presenza di Dio, l’Amore di Dio. Questo è il Paradiso. Già percettibile in questo mondo, ma completamente realizzato nell’altro. Questa è la permeazione: la Presenza di Dio in noi, non allo stesso modo della Presenza in Gesù, ma per dignità partecipata, la Presenza stessa, gioiosa, amorevole, di quel Dio che è gioia, pace ed amore, nei nostri cuori. Una presenza così intensa e forte che ci porta, per effetto, a sentirci completamente immersi nell’abbraccio del Padre e del Dio Trinitario.
Ecco, allora, che in questa Comunione con Dio la nostra vita cambia colore, cambia stato, cambia tutto. Anche se noi soffriamo, anche se abbiamo una pena che squarcia il cuore, un dolore che lacera profondamente l'anima. Con questa Divina Presenza dentro di noi, tutto, anche il dolore, anche l'angoscia, anche la solitudine più disperante, acquista un Senso, un Senso profondo ed un valore immenso. E allora si aprono nuovi orizzonti attorno a noi ed il colore grigio dei nostri giorni assume tutti i contorni di splendida primavera insieme con Cristo Gesù.

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Dentro di noi sentiamo un'ondata di pace e vediamo come si realizzano, le parole di Gesù, quando promette il Consolatore, lo Spirito Santo che ci dona la forza di vincere tutto, anche gli ostacoli più grandi, tutto sublimando, tutto valorizzando in un'offerta d'amore pura e santa verso Dio.
Ed è con questi sentimenti che noi viviamo la pace vera, non quella provvisoria provata in rari momenti della nostra esistenza, ma quella costruita sulla certezza che l' Amore di Cristo, che è lo stesso Amore di Dio, non verrà mai meno, come non verrà mai meno la sua Divina Presenza, il suo conforto in tutti i momenti della nostra vita, specialmente in quelli più bui. E' allora che riusciremo a percepire, con gli occhi della fede, il suo palpito d'amore che vibra insieme al nostro cuore.
“Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dá  il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore”, dice Gesù. Diciamoci la verità:  ciascuno di noi sente, dentro di sé, una nostalgia, un desiderio di pace con sé stesso, con gli altri, e con Dio. Questo desiderio nasce dal fatto che siamo esseri umani, intelligenti, creati a immagine e somiglianza di quel Dio che giustamente, nella liturgia delle ore, è chiamato “Oceano di pace”.

Ebbene, solo Dio può donare la pace ai nostri cuori tormentati, ed anche angosciati, dai mille problemi che assillano l’umanità di oggi. Solo Cristo Gesù, Figlio di Dio, può offrire la pace ai nostri cuori.

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