Nessuno può passare impunemente dalla logica del delitto alla logica del diritto perché “a Sua immagine Dio ha fatto l'uomo” (Genesi 9,6)

Le persone gravemente ammalate meritano il primo posto nell'agenda politica. Il denaro pubblico viene invece sprecato per cose superflue e spesso frodato da gente senza scrupoli. Ce ne vergogniamo! In Campania la sanità versa davvero in uno stato pietoso. Basti considerare in quali condizioni sono costretti a lavorare gli operatori sanitari, quanto sono lunghe le liste di attesa per un ricovero o per un intervento e quanto squallida sia la condizione di malati gravi poggiati sulle barelle del pronto soccorso. Ma ogni vita è sacra e inviolabile. Non può essere affidata al delirio delle ideologie o alla fragile autodeterminazione.
Nel dibattito parlamentare in corso sulle Dat (Dichiarazioni anticipate di trattamento) alcuni parlamentari sedicenti cattolici sostengono il testo sul consenso informato che invece è da respingere. La posizione cattolica non ammette equivoci. Privare il malato di nutrizione e idratazione, tranne che nella fase terminale, è “eutanasia omissiva”. Lo conferma la Santa Sede con la Carta degli operatori sanitari dello scorso 7 febbraio: “La loro sospensione non giustificata può avere il significato di un vero e proprio atto eutanasiaco”. Ma lo aveva già affermato con energia Giovanni Paolo II il 20 marzo 2004 e confermato la Congregazione per la Dottrina della Fede l'1 agosto 2007 con una dichiarazione firmata dal Prefetto Card. William Levada.

L'eutanasia attiva procura intenzionalmente la morte di un individuo con la somministrazione di un farmaco letale.
L'eutanasia passiva, mediante una omissione. L'humus culturale in cui si sviluppa questo fenomeno ha diverse cause: cultura di morte, assenza di Dio nell'orizzonte esistenziale, falsa concezione della “qualità della vita” che per alcuni merita di essere vissuta solo se può essere goduta, legittimazione dell'aborto che contribuisce a creare consenso intorno alla legalizzazione dell'eutanasia, crescente invecchiamento della popolazione e peso economico-sociale degli anziani improduttivi, esasperato individualismo, scarsa solidarietà, società del benessere che tiene segregato il malato fuori casa nell'anonimato di strutture sanitarie, consumismo senza freni che rende tutti fiacchi, occultamento della morte perché priva di senso, umanesimo chiuso al trascendente, appello filosofico e ideologico all'autonomia assoluta dell'uomo quasi egli fosse l'autore della propria vita e strombazzamento del principio dell'autodeterminazione, invadenza tecnologica che non coinvolge la famiglia, etica utilitaristica dove vale solo chi produce ed è efficiente alla luce del calcolo costi-benefici. Per queste ragioni la cultura occidentale dominante favorisce l'eutanasia e la legittima con arroganza. In nome di una “falsa pietà” si uccide per nascondere egoismo, individualismo radicale e liberatorio, dentro un'antropologia immanentista, nel groviglio di una storia senza Cielo.
