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Il Vangelo di Domenica 29 luglio. A cura di Donato Calabrese

27/7/2018

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XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
(Gv 6,1-15)

Dopo questi fatti, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?».
Rispose Gesù: «Fateli sedere».  C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero. E quando furono saziati, disse ai discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire:  «Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!».  Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo.

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La santa indignazione

18/7/2018

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Di Mons. Pasquale Maria Mainolfi
La barca del mondo naviga in acque agitate. Occorre coraggio e audacia per evitare il naufragio. In un tempo di umanesimo piatto e di egoismo ramificato, non è lecito essere neutrali. E' dovere di coscienza prendere posizione, prendendo lezione dai salmoni che amano andare controcorrente. Il filosofo spagnolo Miguel de Unamuno (1864 – 1936) sostiene: «Irritare la gente può giungere ad essere un dovere di coscienza». L'indignazione è un'emozione umana che consiste nel provare un sentimento di sdegno e riprovazione nei confronti di persone o comportamenti individuali o socialmente diffusi, offensivi in sé o nei confronti del proprio senso morale, rabbia cioè di fronte a qualcosa di ingiusto o sbagliato. Oggi si teme di più il giudizio degli uomini che quello di Dio. Per piacere al mondo si accettano compromessi che sviliscono la vocazione di figli della verità, rinunciando ad essere “segno di contraddizione” (Luca 2). 

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L'esilio della memoria e del sogno nei giovani immersi nella crisi della modernità

18/7/2018

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Di Mons. Pasquale Maria Mainolfi
L'età giovanile è fortemente condizionata dagli eventi sociali e culturali, cioè dal “mondo” che gli adulti hanno costruito. In questi anni nella società italiana l'età giovanile ha spostato progressivamente i suoi confini fino a fissare il proprio limite intorno ai 34 anni. E' in atto una trasformazione epocale, una vera e propria liquefazione e polverizzazione della modernità. Determinante appare l'influsso dei media elettronici. In pochi istanti si entra in relazione con persone ed eventi lontani migliaia di chilometri, senza la fatica necessaria per superare la distanza. Molti servizi sono accessibili on line. Gli smartphone consentono di telefonare, inviare messaggi, chattare, navigare su internet, seguire video, trasmissioni televisive e ascoltare musica. 

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Il Vangelo di Domenica 15 luglio. A cura di Donato Calabrese

13/7/2018

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XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
(Marco 6,7-13)

Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. E diceva loro: «Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro». E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano.

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Il Vangelo di Domenica 8 luglio. A cura di Donato Calabrese

4/7/2018

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XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
(Mc 6,1-6)

Partito quindi di là, andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: «Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?».  E si scandalizzavano di lui. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando.

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